giovedì 16 maggio 2013

BERE CHAMPAGNE PER COMBATTERE L’ALZHEIMER E LA DEMENZA


Le bollicine aiuterebbero la memoria. Questo è l’eccentrica scoperta che, neanche a dirlo, proviene dall’Inghilterra. Di fatto, l’equipe di Jeremy Spencer, biochimico della Reading University, ha condotto uno studio sullo champagne come rimedio per contrastare malattie quali l’Alzheimer e la Demenza. Da quanto si evince dai risultati pubblicati, l’acido fenolico contenuto nelle uve di Pinto Noir e Pinot Meunier, sarebbe un valido aiuto per combattere la perdita di memoria. Per sei settimane, una dose regolare di champagne è stata introdotta nel cibo destinato a delle cavie da laboratorio. Il risultato avrebbe dell’incredibile: dopo aver localizzato la sorpresa all’interno di un labirinto, le cavie dovevano memorizzare il tragitto per ritornarci. 
Il 70% delle cavie che avevano assunto il pregiato vino con le bollicine, sapevano bene dove andare, grazie all’aumento delle proteine che migliorano la memoria.
Il professore Spencer, sulla scorta dei risultati ottenuti, vorrebbe testare i benefici del vino francese sugli esseri umani, chiedendo a 60 pensionati di bere champagne per un periodo preciso, tre anni. 
Dichiara il biochimico: “la demenza potrebbe avere inizio all’età di 40 anni fino agli 80; è una malattia graduale e per prevenirla basterebbe trarre beneficio dallo champagne. I risultati sono stati strabilianti. Dopo che i topi hanno consumato champagne regolarmente – continua Spencer – c’è stato un incremento del 200% delle proteine correlate alla memoria. Questo è successo ai topi dopo sei settimane. Pensiamo che per l’uomo ci vogliano tre anni”. 
Un buon pretesto per stappare una bottiglia di vino pregiato, con moderazione e oculatezza. Secondo lo studio della Reading University, i benefici potrebbero essere tangibili nel periodo propedeutico agli standard umani: tre bicchieri a settimana, per comparare i dati nell’arco dei tre anni di studio.

Dario Cataldo

Articolo pubblicato su "Globus Magazine"

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