sabato 12 gennaio 2013

Aspettando alla stazione ferroviaria


Pensieri che si mescolano a parole, frutto di un istante di meditazione osservando una stazione ferroviaria. Avete mai provato a osservare una stazione ferroviaria cittadina? Quanta gente negli orari di punta, quante storie che si portano dietro.
Tra loro può esserci un medico, che magari a salvato la vita ad un uomo; un criminale, che invece ha tolto la vita a un uomo; una mamma, che aspetta di rivedere la figlia dopo un giorno di lavoro; un padre, che ha appena salutato la figlia prima di andare via; qualcuno che probabilmente è solo al mondo e che aspetta di scambiare 4 chiacchiere sulla carrozza del treno, cosi, per sfuggire alla monotonia.

Finalmente arriva il treno, con tutte le persone che trasporta, persone cariche di speranze, di inquietudini, di incertezze o sicurezze. Ecco che l'intreccio tra quelle che scendono e quelle che salgono è un intreccio di sguardi, un incrocio di destini, di attimi fuggenti che non si ripeteranno più. Il suo fischio indica l'imminente partenza; si chiudono le porte, qualcuno e rimasto in piedi, qualcuno è arrivato troppo tardi: il treno ha ripreso la sua corsa. 
Avete mai provato a osservare una stazione ferroviaria cittadina?

Questa breve riflessione è metafora della frenesia che circonda la vita dell'uomo moderno, non più libero dal tempo ma schiavo del medesimo. A volte, essere padroni del proprio tempo ci permetterebbe di assaporare più nel profondo la bellezza delle piccole cose, dei piccoli e apparentemente insignificanti gesti, sentirne la fragranza, la vera essenza.
Riprendiamoci il nostro tempo, questo costrutto dell'uomo che è divenuto costrizione. Riprendiamoci del tempo per leggere, scrivere, osservare o semplicemente sognare. L'uomo non sogna più, è disincantato dalla vita che gli sta attorno. Il mio proposito per il nuovo anno è il seguente: diventare padrone del mio tempo.


                                                                                                                                              D.C.


(Immagine tratta da http://ulissepenelope.blog.tiscali.it)

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