mercoledì 30 gennaio 2013


Lo slogan esposto presso i locali della Camera di Commercio di Palermo, fotografa l'allarme lanciato dalle piccole e medie imprese del capoluogo siciliano. “Un palermitano su quattro negli ultimi quattro anni ha perso il lavoro – afferma Roberto Helg durante la giornata di mobilitazione indetta da Rete impresa Italia. Gli occupati sono scesi del 27% e il tasso di disoccupazione si attesta al 16%”.
La situazione è critica.
Helg dichiara senza mezze misure che “nel 2012 in Italia ha chiuso un'impresa al minuto. Le piccole e medie imprese palermitane rappresentano per numero di addetti circa duecentomila famiglie. Quindi grazie alle nostre imprese il 16% dei palermitani ha un lavoro, oggi messo a rischio da una situazione drammatica, che tuttavia sembra finora lasciare indifferente, se non a parole, la classe politica".
Se consideriamo che tra il 2007 e il 2011 la popolazione della provincia di Palermo è cresciuta da 1.240.520 a 1.243.585 unità, è ancora più sconfortante pensare che il tasso di disoccupazione è cresciuto attestandosi al 16%. Al crescere della popolazione decresce il numero degli occupati. Se al dato aggiungiamo la pressione a sfavore delle micro imprese, zoccolo duro del tessuto economico locale, risulta evidente il perché del grido di allerta. Helg non utilizza mezze misure, "Il dato che più dà il senso della gravità e della pesantezza della crisi a Palermo è rappresentato dal numero delle imprese con procedure concorsuali, 2.988, e in stato di liquidazione, 5.231, destinate alla chiusura. Inoltre, rischiano di sparire dal nostro tessuto produttivo altre 8.219 imprese, poco più del 10% delle imprese attive”. Confcommercio Palermo non intende sottacere al declino dell'economia locale, “al pagamento dell'imposta regionale sulle attività produttive – l'Irap – tra le più esose d'Italia, seconda solo a Campania e Calabria”. In aggiunta, le proiezioni per il 2013 non sono tra le più confortanti. Come ammette Helg, “il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi al 19,6%, ossia 8,20 punti in più rispetto alla media nazionale che è del 11,4%.
Basta fare un giro in città per accorgersi della gravità della situazione. Il 70% delle imprese giovanili nate nel 2011, l’anno scorso aveva già chiuso i battenti. “Le cause sono da ricondurre alla politica del governo – chiosa Helg – che ha distrutto definitivamente le imprese e le ha messe in liquidazione”. Parole dure quelle del presidente di Confcommercio Palermo, inequivocabili. Di fatto la politica è assente. Con questi presupposti non è possibile uscire dalla recessione. La ricetta per la ricrescita economica dipenderà dalle sorti delle prossime elezioni. Che l'appello di Confcommercio possa essere un megafono per i sordi orecchi di chi non vuol sentire.

                                                                                                                                             Dario Cataldo


Articolo pubblicato sul sito:
http://www.siciliadomani.com/ms/index.phpoption=com_k2&view=item&id=516&Itemid=306

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