Buona Morte; è questa
la traduzione dal greco per il termine Eutanasia. Parola entrata a pieno
diritto nel vocabolario comune, è testimonianza di un attivismo al passo con i
tempi moderni.
Si, un vero e proprio attivismo di Vip, politici
e persone più o meno comuni che si prodigano per la cultura della morte in nome
della vita. Ma quale vita?
È
notizia del giorno che, dopo l'attore Gerard Depardieu, anche la quasi ottantenne attrice
francese Brigitte Bardot ha intimato di chiedere la cittadinanza russa se le
istituzioni francesi decideranno di praticare l’eutanasia a due elefanti malati,
Baby e Nepal.
Perché dunque se a
chiedere l’eutanasia per gli animali si mette in moto un Circo mediatico che,
trasversalmente coinvolge una grossa parte dell’opinione pubblica, contraria
alla pratica mortifera mentre con la stessa intensità non si denigra la
praticata sugli umani? Perché invece si è tacciati di egoismo, accanimento
terapeutico e chi più ne ha ne metta?
Forse che l’uomo non
è più al centro del mondo come un periodo aureo per la nostra cultura – il Rinascimento
– voleva farci credere? Sottolineo Rinascimento e non Medioevo per affermare
come la critica esuli dallo schieramento religioso e vado oltre, dritto al
cuore della questione: alla centralità dell’uomo e la sua rispettabilità.
Che gli animali siano
degni della nostra attenzione è un concetto da ribadire a caratteri cubitali. A
scanso di equivoci, personalmente, sono a favore delle lotte condotte in nome
degli animali perché spesso succubi delle scellerate scelte dell’uomo.
La stessa attenzione
è però doverosa per l’essere umano. Buono o cattivo, perbene o criminale che sia, è
titolare di un diritto naturale che non prescinde da niente e nessuno.
Tutela e rispetto per
gli amici animali. Allo stesso modo, però, sarebbe auspicabile il massimo
rispetto per la vita degli esseri umani. Svegliamo in noi una vera e propria
cultura della vita che prevalga su quella della morte o meglio, della “Buona
Morte”, sia che si faccia riferimento agli animali, alle piante oppure agli
umani.
Per la natura non
esistono figli e figliastri, siamo tutti depositari del diritto alla vita,
sempre e comunque.
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